Sabato 12 e domenica 13 ottobre 2024 tornano per la tredicesima edizione le Giornate FAI d’Autunno, uno dei più importanti e amati eventi di piazza dedicati al patrimonio culturale e paesaggistico del nostro Paese, organizzato dal FAI. Da nord a sud della Penisola 700 luoghi straordinari, poco conosciuti e valorizzati oppure insoliti e curiosi, alcuni dei quali solitamente inaccessibili, apriranno al pubblico in 360 città (elenco dei luoghi aperti e modalità di partecipazione dal 3 ottobre). Ad ogni visita si potrà sostenere la missione del FAI con una donazione.
Qui per maggiori info e prenotazioni: https://fondoambiente.it/il-fai/grandi-campagne/giornate-fai-autunno/i-luoghi-aperti/?provincia=SAVONA
Non è necessaria prenotazione ma in caso di particolare affluenza l’ingresso al luogo potrebbe non essere garantito.
ORARIO
Sabato: 10:00 – 17:00 (ultimo ingresso 16:00)
Domenica: 10:00 – 17:00 (ultimo ingresso 16:00)
Costruito nel XVI sec., il palazzo fu inizialmente proprietà della famiglia Ferrero, una delle più influenti di Savona. Il capostipite Bernardo unì tre corpi di fabbrica antichi in un’unica soluzione architettonica e da allora fu utilizzato come civile abitazione. La parte originaria termina in corrispondenza della loggia del 2° piano; la campata a destra è stata aggiunta con i restauri dell’ultimo dopoguerra, quando venne murato un antico vicolo-sottopasso che univa il quartiere prospiciente la darsena con il resto dei vicoli dell’antico borgo medievale.
In seguito il palazzo passò ai Grassi e infine alla famiglia Lamba Doria, il cui nome è legato alle imprese marinare e politiche nella Repubblica di Genova. Ogni passaggio di proprietà ha contribuito ad arricchire la struttura sia dal punto di vista artistico che architettonico. Venne acquistato dalla Camera di Commercio nel 1952 e restaurato dal 1953 al 1958. L’architettura del Palazzo si inserisce perfettamente nel contesto dello sviluppo urbanistico di Savona durante il Rinascimento. Nel XVI sec. la città stava vivendo un periodo di grande crescita grazie anche alla vicinanza con la potente Genova. Il palazzo rappresenta un esempio di architettura aristocratica tipica del periodo, con un uso monumentale della pietra locale e portali raffinati realizzati in pietra di Promontorio.
Tali portali, all’interno dell’edificio, esibiscono l’influenza genovese non solo nelle tecniche costruttive, ma anche nella simbologia del potere che queste famiglie intendevano trasmettere attraverso i loro edifici. Uno degli elementi artistici di maggior rilievo del palazzo sono gli affreschi attribuiti ad Ottavio Semino, uno dei più importanti pittori attivi tra Liguria e Lombardia nel Rinascimento: gli affreschi decorano i soffitti con eleganti figure mitologiche e grottesche, un genere decorativo tipico del Rinascimento che trae origine dalla riscoperta delle antiche rovine romane. Gli affreschi a grottesche all’interno del palazzo costituiscono una vera e propria celebrazione della potenza creativa dell’immaginazione umana e del legame spirituale tra l’uomo e il cosmo, un tema caro alla cultura rinascimentale. L’attenzione alla natura e ai suoi misteri, simboleggiata dalle figure mitologiche, riflette il grande fascino per la magia e l’esoterismo che attraversava i circoli intellettuali dell’epoca. Palazzo Ferrero – Grassi – Lamba Doria è un esempio prezioso di come architettura, arte e simbologia si intreccino per celebrare il potere e il prestigio delle grandi famiglie savonesi e genovesi, lasciando un’impronta duratura nel tessuto storico e culturale della città.
COSA SCOPRIRETE DURANTE LE GIORNATE FAI?
Centauri e ninfe affrescati in logge e scaloni hanno assistito a grandi fortune e madornali debacle. Le iniziative imprenditoriali di una famiglia del rinascimento sembrano echeggiare ancora nelle stanze “a grottesche” della Camera di Commercio, dove allora come oggi le leggi di mercato, la burocrazia e l’intraprendenza sembrano raccontare un quotidiano fatto di vicende umane sensazionali e ordinarie. Borghesi arricchiti, banchieri, nobili di vecchia schiatta: delusioni ed entusiasmi che per secoli hanno avuto in Palazzo Ferrero-Grassi-Lamba Doria il fulcro di esistenze ormai cancellate dalla Storia, sotto l’egida di ermafroditi e sileni immaginati da un artista maledetto condannato per omicidio e restaurati da un agguerrito socialista militante, decoratore raffinato e giornalista di razza negli anni turbolenti che videro la nascita dell’Italia contemporanea.
Delegazione di Savona in collaborazione con il Gruppo FAI Giovani Savona
Luogo solitamente chiuso, proprietà privata